…è finito con il contraddire se stesso e tutto ciò che ha finora ostentato.
Ho visto accorati sostenitori dei diritti e delle proteste votare contro tutto quello che avevano sempre sostenuto con chiacchiere e grida.
Ho visto tante maschere cadere, mostrando un marciume altrimenti imbellettato.
Ho accolto positivamente che, per un po’, la “logica dell’inciucio”, che sempre pervade certi scenari, abbia dovuto cedere il passo all’evidenza dei fatti.
Ho visto soldatini ben allineati, in speranzosa e sempiterna attesa di una briciola di pane, sottrarre tempo a migliori agricole occupazioni.
Ho visto mercanti di parole vendere la loro paccottiglia e venire anche calpestati, affinché capissero quanto realmente valgono.
Ho visto giovani vecchi e vecchi giovani.
Ho visto topi e vermi rosicchiare il cadavere dell’Avvocatura.
Ho assistito a scene da trivio, exploit da piccolo “boss” di quartiere malfamato, insulti e provocazioni.
Ho visto cuccioli leccarsi le ferite ed ancora non capire i loro errori.
Ho visto tante persone per bene e pulite, alcune delle quali, purtroppo, incapaci di valutare le conseguenze delle loro azioni, fino all’urto contro il muro della realtà.
Ho visto chi, sin dal principio, ha manifestato perplessità sull’assemblea, ma ne ha democraticamente accettato l’istanza, profondendo impegno per la sua miglior realizzazione, prendere schiaffoni da ogni dove per aver cercato di evitare che si trasformasse in un campo di battaglia pieno di morti e feriti, per aver mantenuto la lealtà con tutti e, soprattutto, la coerenza con i suoi principi ed i suoi obiettivi, tutt’altro che personali.
Ho visto tanta energia positiva, pulita, responsabile e cosciente, ma, soprattutto, ho visto una grande occasione sprecata.
Lungi dall’essere una spiaggia della Normandia o il mercatino delle pulci, l’assemblea dovrebbe rappresentare un periodico punto di incontro per la crescita delle idee e per la formazione di una coscienza di classe professionale.
La cacciata del “ribelle”, di machiavelliana memoria, a parer mio, poteva e doveva essere evitata con un semplice contropiede, ossia anticipando le istanze e non rendendole “danni collaterali” di una evitabile esibizione muscolare.
Ho visto, infine, chi non ho visto, ossia tutti quelli che, nel solco della migliore tradizione italopartenopea, continuano a sognare e credere che vi sia sempre “qualcun altro” che agisca per loro e per il loro miglior interesse.
A loro dedico, ora per quando verranno a piangere di non riuscire a pagare la cassa forense o la cena, un sonoro pernacchio di eduardiana memoria.
Mi si perdoni la licenza.